La sottile arte del prompting
Oggi parliamo di prompting, Intelligenze Artificiali, sistemi “forti” e “deboli”, coding day, chip cerebrali, classifiche e giochi interattivi!
Ecco cosa leggerai in questa newsletter:
“Prompt” è una delle parole più ricercate sul web
Cosa avviene nei laboratori sotterranei di OpenAI, Google e Meta?
Sondaggio (Per quale motivo utilizzi l’Intelligenza Artificiale?)
News: le AI Generative non sono tutte uguali, il chip cerebrale di Elon Musk, l’AI Generativa in iOS18, “Say What You See”
Community: partecipa alla serata di coding di Digitazon, impara a programmare con il nostro nuovo Master in Web Development, ascolta le storie dei nostri ex-studenti, scopri il nostro corso Digital Nomad.
Conversare con una macchina
Per rendersi effettivamente conto di quanta strada abbia fatto l’AI Generativa nel corso degli ultimi mesi, basterebbe considerare come il termine prompt (dall’inglese “to prompt”, che significa “indurre”, “sollecitare”), utilizzato, fino a poco tempo fa, solo dagli addetti ai lavori, sia ormai entrato a pieno titolo nel vocabolario e nell'immaginario collettivo delle persone.
In ambito tecnologico, “prompt” è stata senz’altro una fra le parole più ricercate del 2023. Non sono solo io a sostenerlo - figuriamoci - ma, come potrete scoprire analizzando il grafico qui sotto, è stata la stessa Google ad averlo decretato. Basta andare su Google Trends, cliccare su “Esplora” e, dopo aver impostato una zona geografica predefinita (Italia) ed un intervallo di tempo personalizzato (12 mesi), digitare la parola prompt nel campo di ricerca.
Sebbene oggi sia diventato un concetto molto popolare, conversare con una “macchina” (in linguaggio naturale) è sempre stato il sogno di ogni ricercatore o esperto di Intelligenza Artificiale fin dagli albori della disciplina.
Già negli anni ’50, infatti, prima di virare verso modelli più “verticali”, comunemente definiti “deboli”, John McCarthy ed un nutrito team di ricercatori dichiararono pubblicamente, durante un convegno al Dartmouth College (New Hampshire), di voler creare in due mesi “una macchina in grado di simulare ogni aspetto dell'apprendimento e dell'intelligenza umana”, introducendo per la prima volta l’espressione Intelligenza Artificiale, che segnò, in maniera indelebile, la nascita effettiva di tale disciplina.

Non è tutto oro quello che luccica
Senza voler scendere troppo nei particolari, vi basti sapere che gli anni successivi furono davvero molto complicati, perché le incredibili intuizioni di McCarthy si scontrarono, ovviamente, con una tecnologia che non era ancora all’altezza della situazione. Definirla “acerba”, sarebbe stato addirittura riduttivo.
Sebbene sia oggettivo che le più grandi rivoluzioni in area tecnologica siano state fatte grazie alle intuizioni di un manipolo di pionieri, per democratizzare fenomeni di tale portata (come l’Intelligenza Artificiale), è importante considerare anche un’altra serie di fattori, di natura sociale (come, ad esempio, l’assoluta mancanza, a quei tempi, di conoscenza semantica relativa ai domini trattati dalle macchine), oltreché tecnologica, che le generazioni degli anni ’60, pur sognatrici ed ottimiste, ovviamente, non potevano vantare.
Verso la fine del decennio, finalmente, ci fu una svolta: si cominciarono, infatti, a teorizzare i cosiddetti “sistemi esperti”, ovvero modelli con una conoscenza approfondita di uno specifico settore grazie all’implementazione “umana” di regole logiche da seguire e rispettare in determinati contesti di riferimento (per il Machine Learning, bisognerà, ovviamente, attendere ancora qualche anno!).
In pratica, l’obiettivo originario, ovvero creare un’Intelligenza Artificiale senziente, venne provvisoriamente accantonato, privilegiando soluzioni che potessero essere utilizzate in contesti specifici, come, ad esempio, il ben noto R1, un sistema rule-based utilizzato dalla Digital Equipment nel 1982 per configurare gli ordini di nuovi computer.
Il futuro è adesso
Facendo un balzo in avanti di circa 40 anni e giungendo, quindi, ai nostri giorni, grazie soprattutto alla rivoluzione avviata da ChatGPT, si è tornati a parlare di “sistemi forti” e di Intelligenza Artificiale Generale (AGI), ovvero dello stesso sogno che avevano i pionieri di questa disciplina. Lo hanno fatto un po’ tutti, da Sam Altman a Mark Zuckerberg.
Mentre i grandi vendor tecnologici stanno sommergendo il mercato di soluzioni consumer in grado di soddisfare alcune esigenze specifiche delle persone (ma potendo contare, rispetto agli anni ’70 e ’80, su LLM multimodali incredibilmente performanti), come, ad esempio, i ben noti GPTs (sempre che non si rivelino un fallimento!), nei laboratori sotterranei in stile “Area 51” di OpenAI, Microsoft, Google e Meta, si sta segretamente lavorando ad un unico ambizioso progetto: creare una Intelligenza Artificiale che sia in grado, non solo di “vedere”, “ascoltare”, “parlare” (come ChatGPT e Gemini, per intenderci) ma, anche e soprattutto, di “imparare” e, perché no, anche di “pensare”.
Per riuscire a capacitarsi degli immensi investimenti effettuati in questo settore, basterebbe concentrarsi sulle recenti dichiarazioni rilasciate da Mark Zuckerberg sui propri canali Instagram e Threads: “La nostra visione a lungo termine è costruire un'intelligenza generale open source, in modo responsabile, e renderla ampiamente disponibile così che tutti possano trarne beneficio”.
Come? Acquistando da NVIDIA ulteriori 340.000 GPU H100 (stiamo parlando di miliardi di dollari!), che gli garantiranno, entro la fine del 2024, una scorta di GPU pari a 600.000 unità, ed addestrando il più avanzato fra i modelli linguistici di grandi dimensioni di Meta: Llma3.


Bussole, punti fermi, filtri personalizzati
In uno scenario così frammentato, ma affascinante, come quello che vi ho appena raccontato, si inserisce – a gamba tesa – anche Digitazon, che, nel corso degli ultimi anni, ha sempre puntato sulle persone e sulla loro capacità di affrontare il cambiamento con curiosità e circospezione.
Che tu sia un Web Developer, un programmatore, un Prompt Engineer, un Data Scientist oppure un semplice appassionato di tecnologia (che, magari, voglia diventarlo), per riuscire a migliorarti costantemente in area tech & digital, è diventato ormai imprescindibile mantenerti sempre aggiornato sulle ultime novità di settore.
Non è tanto la tecnologia in sé ad essere cambiata profondamente. È soprattutto la velocità con cui viene comunicata e metabolizzata ad aver subito una brusca accelerazione.
Nelle prossime settimane, cercheremo di essere la tua bussola, il tuo punto fermo, il tuo filtro personalizzato, aiutandoti a selezionare le informazioni più utili e rilevanti per il tuo percorso di crescita personale e professionale. Insomma, approfondire la sottile arte del prompting è solo l’inizio. Il viaggio è appena cominciato.
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Le risorse di questa settimana
News
Secondo LMSYS Chatbot Arena, una piattaforma aperta in crowdsourcing per la valutazione degli LLM, le Intelligenze Artificiali Generative non sono tutte uguali. Sono stati i suoi 200.000 voti di preferenza a decretarlo. Al primo posto, si è piazza GPT-4 Turbo di OpenAI, al secondo, Google Bard (Gemini Pro) e, al terzo, GPT-4 (versione standard).
Ormai è ufficiale! Come anticipato qualche giorno fa da Mark Gurnam (Bloomberg), Tim Cook (CEO di Apple) ha confermato che le funzionalità AI del colosso di Cupertino (nome in codice, Ajax) verranno quasi certamente integrate in iOS 18, ossia entro la fine dell’anno.
Dopo aver ricevuto il via libera alla sperimentazione sugli esseri umani da parte della Food and Drug Administration (FDA), Elon Musk ha annunciato che il sofisticato chip cerebrale realizzato dalla sua società di biotecnologie (Neuralink) è stato impiantato con successo nel cervello di una persona in carne ed ossa. A suo dire, il soggetto si starebbe riprendendo piuttosto bene.
Un paio di mesi fa (ma, forse, non tutti se ne sono accorti), Google ha lanciato un nuovo gioco interattivo (creato appositamente dall’artista Jack Wild) per imparare a scrivere i prompt: "Say What You See". Come funziona? Basta descrivere l’immagine che si sta osservando e sperare che l’output generato raggiunga la soglia minima prestabilita per ogni livello. In caso contrario, verranno forniti dei consigli per procedere, ma - attenzione - si avranno solo tre tentativi per passare al livello successivo!
Community
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Ascolta le storie dei nostri ex-studenti. Valeria ha 22 anni e viene da Monza: “Prima di conoscere Digitazon, ho lavorato due anni in una agenzia di moda come PR, ma sono sempre stata attratta dal mondo della tecnologia, del futuro e dell’innovazione. E, quindi, ho deciso di concentrarmi su questa mia passione e di intraprendere un percorso per studiare e diventare developer”.
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