Il bignami della ricerca
AI Overviews è un’opportunità oppure un colpo mortale per gli editori?
Ecco cosa leggerai in questa newsletter:
Sondaggio (La ricerca basata sull'Intelligenza Artificiale di Google è un colpo mortale per gli editori?)
News: Google sta testando l’inserimento degli annunci in AI Overviews; arrivano i PC alimentati dall’AI; hanno resuscitato Archie; GPT-4 ha superato il test di Turing; TikTok vuole diventare il “nuovo” YouTube; Google sta creando i suoi chatbot personalizzati; Neuralink ha ricevuto l’approvazione per un secondo impianto.
La ricerca non sarà più la stessa
Google Search è diventato il “Bignami” della ricerca. Alcuni di voi (soprattutto i più giovani) si chiederanno, ovviamente, cosa significhi. Il “bignami“ era un insostituibile compendio per avere una sommaria (ma, a suo modo, completa) infarinatura su un determinato argomento, in grado di evitarci imbarazzanti scene mute durante le interrogazioni. Insomma, i “bignami” (o “bignamini”) non erano altro che minuscoli libricini che riassumevano in poche pagine argomenti vasti e complessi. Le analogie con ciò che sta accadendo in queste settimane in area Search Engine sono chiare ed evidenti.
Durante l’edizione 2024 di Google I/O, Liz Reid (VP, Head of Google Search) ha annunciato il rilascio definitivo della tanto agognata Search Generative Experience in USA e in UK, rinominandola, per l’occasione, AI Overviews e promettendo a tutti i suoi avventori di volerne ampliare progressivamente la portata entro la fine dell’anno, rendendolo, di fatto, un prodotto globale.
Invece di fornire il classico elenco di link, AI Overviews analizza le informazioni disponibili sul web e, grazie all’Intelligenza Artificiale, le organizza in un formato più utile e comprensibile, fornendo, nella parte alta dei risultati di ricerca, dei veri e propri riassunti di argomenti complessi. AI Overviews, infatti, non entrerà in gioco per tutte le tipologie di ricerca e, come testimoniato anche dalle specifiche tecniche recentemente diffuse da Google, in fase di sviluppo e ottimizzazione dei siti web, non sono richiesti particolari accorgimenti per garantire che i propri contenuti siano inclusi nei riassunti
Come sottolinea anche Reed Albergotti nella sua sempre interessante ed aggiornata newsletter che scrive per Semafor, se non fosse stato per l’Intelligenza Artificiale, Google avrebbe probabilmente continuato pro tempore a vivere dei classici e remunerativi “dieci link blu per pagina”, ma l’avanzare della tecnologia l’ha costretta, in pratica, a cannibalizzare il proprio fruttuoso business, che, ad oggi, rappresenta ancora circa il 60% dei ricavi complessivi di Alphabet.
Come vi abbiamo già raccontato qualche settimana fa, l’improvviso spuntare di decine e decine di nuovi “motori di risposta”, che stanno provando a rivoluzionare (con risultati alterni) il mercato della ricerca, ha fatto il resto. Google non poteva certamente esimersi dal ribadire ancora una volta la propria indiscussa leadership nel settore. Mentre gli editori americani si dichiarano molto preoccupati per la probabile riduzione del traffico verso i propri siti web, l’Intelligenza Artificiale non guarda in faccia nessuno, infischiandosene degli impatti negativi sui bilanci delle aziende e privilegiando l’esperienza complessiva dell’utente. Al di là delle continue rassicurazioni fornite da Google, secondo la quale gli editori e le imprese ne trarranno beneficio, sarà interessante verificare sul campo gli esiti del “test americano” (più di 1 miliardo di utenti). Se non dovesse andare bene come ci si aspetta, i danni sarebbero davvero irreparabili.
Sondaggio
Secondo Danielle Coffey, President & CEO, News/Media Alliance, la ricerca basata sull’Intelligenza Artificiale sarà catastrofica per gli editori.
Queste sono state le sue esatte parole:
“La ricerca basata sull’AI di Google sarà catastrofica per il nostro traffico: gli utenti avranno sempre meno incentivi a fare clic e, questo, ci impedirà di monetizzare i nostri contenuti.”
Cosa ne pensi?
Le risorse di questa settimana
News
Google sta testando l’inserimento degli annunci in AI Overviews. Google inizierà a testare gli annunci nelle risposte generate dall'Intelligenza Artificiale negli Stati Uniti: verranno visualizzati in una sezione dedicata della nuova pagina di ricerca e saranno pertinenti alle parole chiave della relativa query. Secondo quanto riportato da Reuters, che per prima ha lanciato la notizia, gli annunci forniranno un approfondimento sui contenuti restituiti da AI Overviews, ma avranno, comunque, una finalità commerciale.
Arrivano i PC alimentati dall’AI. Microsoft ha presentato i nuovi PC Copilot+, una nuova generazione di dispositivi alimentati dall'Intelligenza Artificiale (AI), progettati per offrire un'esperienza utente più intuitiva e produttiva (riconoscimento vocale avanzato, elaborazione del linguaggio naturale, assistenza proattiva). Grazie all'efficienza dei processori Snapdragon e alle ottimizzazioni software di Microsoft, i PC Copilot+ offrono una durata della batteria fino a 22 ore di riproduzione video in locale o 15 ore di navigazione web con una singola carica. Tra le funzionalità più utili ed interessanti, ci sono senz’altro la Timeline personale, che offre una visuale completa delle attività passate e future, consentendo di ritrovare facilmente file, riunioni e note, la Live Captions, che trascrive e traduce automaticamente le conversazioni in meeting live e video, migliorando l'accessibilità, e il Recall, che consente di richiamare istantaneamente momenti specifici del passato, fornendo contesto alle attività svolte. I PC Copilot+ saranno disponibili a partire dal 18 giugno 2024 al prezzo di 999$.
Hanno resuscitato Archie! Archie, il primo motore di ricerca della storia e antenato di Google, è tornato in vita dopo 35 anni grazie agli sviluppatori di The Serial Port. Archie, sviluppato nel 1989 da Alan Emtage, con l’ascesa di internet e l’arrivo di Yahoo e Google era finito nel dimenticatoio. The Serial Port ha ritrovato il codice sorgente di Archie su un sito dell’Università di Varsavia e, con il permesso dello stesso Emtage, ha ricreato il portale di Archie, rendendolo open source. Archie è ora accessibile ed utilizzabile liberamente all’indirizzo archie.serialport.org. A differenza di Google, Archie rimanda solo a siti web che contengono file con il termine ricercato.
GPT-4 ha superato il test di Turing. In uno studio sperimentale condotto da due ricercatori dell’Università di San Diego (Cameron R. Jones e Benjamin K. Bergen), "People cannot distinguish GPT-4 from a human in a Turing test", GPT-4, ELIZA e GPT-3.5 sono stati valutati in un Test di Turing controllato e pre-registrato (una conversazione di 5 minuti). GPT-4 avrebbe superato per la prima volta il suddetto test nel 54% dei casi, superando ELIZA (22%), ma rimanendo indietro rispetto agli esseri umani (67%).
TikTok vuole diventare il “nuovo” YouTube. TikTok sta testando una nuova funzionalità che prevede il caricamento di video della durata di 60 minuti. Questa funzione, attualmente disponibile solo per un gruppo selezionato di utenti, rappresenterebbe un cambiamento sostanziale del modello di business di TikTok. L’obiettivo è quello di consentire ai creator di creare nuovi tipi di contenuti con una maggiore flessibilità. Non è ancora stato stabilito se e quando TikTok lancerà tale funzionalità su larga scala.
Google sta creando i suoi chatbot personalizzati. Google sta aggiornando la sua Intelligenza Artificiale Gemini con una nuova funzionalità chiamata “Gems”, che consentirà agli utenti di creare chatbot personalizzati. Con questa mossa, Google entra, di fatto, in competizione diretta con il GPT Store di OpenAI. L’obiettivo è ovviamente quello di accaparrarsi il primato dell’Intelligenza Artificiale di consumo. Tale funzionalità sarà presto disponibile per tutti gli abbonati di Gemini Advanced.
Neuralink ha ricevuto l’approvazione per un secondo impianto. Neuralink, l’azienda di impianti cerebrali di Elon Musk, ha ricevuto l’approvazione della FDA per un secondo impianto. Il primo paziente, Noland Arbaugh, ha avuto un’esperienza emotiva piuttosto intensa: sebbene, inizialmente, potesse controllare il cursore di un computer con il pensiero, dopo circa un mese, l’efficacia del dispositivo è diminuita, in quanto solo il 15% dei filamenti cerebrali artificiali inseriti nel suo cervello si sono stabilizzati. Nel prossimo trial, per rendere l’impianto ancora più efficace, i filamenti cerebrali saranno impiantati a ben 8 millimetri di profondità.
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